Siamo solo ferite che si parlano (by @kork75)

Ho parlato, sì… di cose che forse non ho mai davvero capito.
Mi sono costruito uno scudo fatto di parole. Ma per difendermi da chi?
Forse da me stesso.

Il mio mondo, lo ammetto, è spesso solo una facciata. Opaca.
E quando guardo altrove, quando cerco altro,
è perché il mio cuore, a volte, non sa restare.
È ruvido. Egoista. Ma anche disarmante, nella sua sincerità.

Sai, amica mia… noi siamo ferite, ferite che si parlano.

I sentimenti hanno forme strane.
A volte sono lupi affamati: ti sorprendono, ti azzannano.
Altre, cani fedeli che restano anche nel silenzio.
O gatti: se ne vanno, ma poi… tornano. Sempre.

Ci perdiamo.
Ci rifugiamo in scelte sbagliate, in equilibri fragili.

E io, cane fedele che sogna di essere randagio,
so che ci sarà sempre lei ad aspettarmi:
con un abbraccio muto, caldo, familiare.

E allora, perché?
Perché quell’impulso di scappare,
anche solo per un attimo?
Forse per sentirmi libero dai soliti drammi,
dai soliti scontri.
Per dimenticare, almeno per un respiro, chi sono.

E dimmi tu:
Io, che do consigli e voglio il cattivo esempio, io che porto sulle spalle
le ali di un rapace che non ha mai imparato a volare,
con che diritto io potrei giudicare te?
Il tuo caos. Le tue notti senza sonno.
I tuoi silenzi pieni di battaglie.

Nessuno!

E allora ascolta…
c’è una verità semplice, cruda, ma luminosa, e questa l'ho imparata bene:
Solo chi ha sofferto davvero
può amare fino in fondo.

E tu, a modo tuo,
in questo intreccio di vite che si sfiorano, e di ferite mai chiuse,
tornerai ad amare.
Una presenza. Un istante.

Forse con un cuore stanco…
ma maledettamente vero.

Creative Commons

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Here's your text translated into English, aiming to retain its poetic and introspective tone:

The Soul's Voice

I've spoken, yes... of things I've perhaps never truly understood.
I've built myself a shield made of words. But to defend myself from whom?
Perhaps from myself.

My world, I admit, is often just a facade. Opaque.
And when I look elsewhere, when I seek something else,
it's because my heart, at times, cannot stay.
It's rough. Selfish. But also disarmingly sincere.

You know, my friend... we are wounds, wounds that speak to each other.

Feelings have strange forms.
Sometimes they're hungry wolves: they surprise you, they bite you.
Other times, loyal dogs that remain even in silence.
Or cats: they leave, but then... they always return.

We get lost.
We take refuge in comfortable or wrong choices, in fragile balances.

And I, a loyal dog who dreams of being a stray,
I know she'll always be there waiting for me:
with a silent, warm, familiar embrace.

So why?
Why that urge to escape,
even just for a moment?
Perhaps to feel free from the usual dramas,
from the usual conflicts.
To forget, if only for a breath, who I am.

And tell me:
I, who give advice and crave bad examples, I who carry on my shoulders
the wings of a raptor that never learned to fly,
by what right could I judge you?
Your chaos. Your sleepless nights.
Your silences full of battles.

None!

So listen...
there's a simple, raw, yet luminous truth, and I've learned this one well:
Only those who have truly suffered
can love to the very depths.

And you, in your own way,
in this tangle of lives that brush against each other, and of wounds never closed,
you will return to love.
A presence. A moment.

Perhaps with a tired heart...
but damnably true.

Greetings by @kork75👋